SONO UN AVVOCATO PER SENSO DI GIUSTIZIA
Credo che la prima cosa nella vita sia il motore interiore, ovvero quella voce e quella “spinta” all’interno di noi che ci induce a fare le cose, a configurare degli obiettivi ed a “spingere” tutti i giorni per fare tutto il possibile per conseguire gli obiettivi: sentire dentro, in maniera forte e chiara, cosa vuoi fare e dove vuoi andare è la base per cominciare a correre, tutti i giorni, verso la direzione che Ti sei dato.
E, allora, credo che la cosa più importante per un Avvocato – ancora prima di come lo fai e di cosa fai – sia perché lo fai.
La mia risposta è viscerale e fa parte del mio modo di essere dentro nel profondo; c’è una cosa che mi ha indotto a fare l’Avvocato e che mi spinge tutti i giorni: il senso di giustizia.
Il senso di giustizia è la prima cosa che sento quando affronto un caso: ho la possibilità, con il mio lavoro, di fare valere gli interessi di un cittadino o di un’impresa che hanno subito un’ingiustizia, a volte grave e importante sotto i profili della dignità, del lavoro, dell’impresa e delle conseguenze finanziarie; più è forte il senso di ingiustizia subito da chi si rivolge a me, più è forte il senso di immedesimazione e di spinta a lavorare al meglio per fare tutto il possibile per ottenere giustizia.
ESERCITO LA PROFESSIONE CON SPIRITO AGONISTICO E
Lo spirito agonistico – che è innato nel mio DNA e che deriva anche dalla mia formazione sportiva – mi porta ad affrontare le cose come una gara, a mettere tutto il mio impegno per raggiungere il risultato, che resta aleatorio, come lo è la giustizia e come lo è la vita. Ma devo sentire di avercela messa tutta, altrimenti non sono a posto con me stesso. Come diceva De Coubertin, “L’importante nella vita non è solo vincere, ma aver dato il massimo”: questo è per me lo spirito agonistico.
I motori del senso di giustizia e dello spirito agonistico producono l’energia, che è fondamentale per svolgere la professione di Avvocato, che è molto impegnativa.
Ma, poi, bisogna di essere efficaci, “tirare fuori” dalle “carte” le ingiustizie e tradurle in ragioni valide per convincere un Giudice a ripristinare la giustizia violata.
Ci vogliono professionalità, competenza specifica, esperienza nel settore e continuo aggiornamento professionale, perché le norme e la giurisprudenza cambiano ogni giorno; si deve partire, con umiltà, dalla consapevolezza di Socrate, di sapere di non sapere (“Dovetti concludere meco stesso che veramente di cotest’uomo ero più sapiente io: […] costui credeva sapere e non sapeva, io invece, come non sapevo, neanche credevo sapere“)
La chiarezza è fondamentale in tutti i rapporti e, nei rapporti professionali, è indispensabile con i Magistrati, con i Colleghi e con i Clienti.
Il Magistrato vuole avere chiarezza dagli Avvocati.
L’Avvocato deve garantire ai Magistrati, ai Colleghi di controparte ed ai Clienti la chiarezza e la sinteticità, negli atti e nelle discussioni in udienza, principi che sono ormai alla base di ogni codice processuale (in particolare, per quanto mi riguarda, nel Codice del Processo Amministrativo e nel Codice di Giustizia Sportiva).
Per tale ragione, ogni mio atto presenta un indice, sulla prima pagina, strutturato in paragrafi e sotto paragrafi, nei quali vengono poi trattate le singole questioni all’interno dell’atto stesso.
La forza di un atto (anche quando si trattano questioni molto rilevanti dal punto di vista finanziario) sta nel porre due o tre ragioni giuridiche forti ed in maniera semplice ed immediatamente comprensibile.
Lo stesso vale per le discussioni in udienza: nei settori nei quali lavoro (Diritto Amministrativo e Diritto dello Sport), i relativi processi sono “cartolari” e si basano sugli atti del giudizio; l’udienza è residuale ed ha una durata, normalmente, di pochi minuti; quindi, si deve avere la capacità di riassumere le proprie ragioni e, eventualmente, di replicare alle controparti, molto velocemente ed in maniera quanto più chiara possibile.
Un Cliente deve avere subito chiarezza su costi di un’eventuale azione, per potere fare una valutazione costi-benefici e decidere se procedere o meno. Il preventivo, quindi, è fondamentale nei rapporti Avvocato-Cliente.
Abbiamo una Tariffa Forense (D.M. n. 55/2014, poi integrato con DM. n. 37/2018) – predisposta in maniera chiara e che prevede un parametro-base per ogni tipologia di attività (n. 26 Tabelle a seconda dei diversi organismi giudicanti), di valore della questione e di fase del giudizio – che ci dà l’opportunità di spiegare ogni passaggio del preventivo e di fondare lo stesso su un dato normativo chiaro e preciso.
SVOLGO ATTIVITA’ NEI SETTORI DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO
Il senso di giustizia e lo spirito agonistico mi hanno condotto a svolgere attività professionale nei settori del Diritto Amministrativo e del Diritto dello Sport.
Nel Diritto Amministrativo, purtroppo, assisto quotidianamente ad ingiustizie di entità notevole.
Corruzione amministrativa e mala-amministrazione sono due elementi molto diffusi nell’azione amministrativa.
Quando il potere amministrativo viene esercitato in maniera deviata dai suoi principi naturali di buon andamento e di imparzialità dell’azione amministrativa (sanciti dall’art. 97 della Costituzione), il cittadino e l’impresa hanno diritto di reagire e di impugnare innanzi al Giudice Amministrativo, per chiedere e cercare di ottenere il ripristino della legalità violata.
Ottenere ragione e riportare le cose a giustizia e legalità per il cliente è per me fonte di immensa soddisfazione.
E l’intero settore del Diritto Amministrativo è di estremo interesse, in quanto si concreta in un grande “contenitore” di una serie di sotto-settori (contratti pubblici, energia, ambiente, edilizia, urbanistica, concorrenza, concorsi pubblici, sport ecc.), che presentano tutti normative eterogenee, specifiche e molto complesse e che fanno però tutti riferimento ad un nucleo essenziale di principi comuni e sovraordinati, sanciti a livello europeo e costituzionale.
Purtroppo, ci sono ancora molti profili di criticità, sia a livello sostanziale, che a livello processuale.
Un Amministratore di interessi pubblici dovrebbe essere del tutto libero ed al di sopra di ogni interesse, ma questo non sempre succede: per questo ho voluto dedicare una mia monografia al tema de “Il conflitto di interessi nell’esercizio dell’attività amministrativa” (2018).
Un Processo Amministrativo dovrebbe concludersi con una sentenza che definisce integralmente l’assetto degli interessi, senza alcuna “coda”, e, invece, spesso, le sentenze dei Giudici Amministrativi si chiudono con un “remand”, ovvero con un rinvio alla riedizione del potere amministrativo, che espone nuovamente il cittadino e l’impresa a subire nuovi provvedimenti illegittimi: per questo ho voluto dedicare una mia monografia al tema de “La tutela degli interessi pretensivi nel nuovo processo amministrativo” (2012).
Il Diritto dello Sport per me “è passione pura” e deriva dalla mia passione per lo Sport, che, ancora oggi, pratico quasi quotidianamente, per svago e come fonte di riequilibrio psico-fisico dallo stress quotidiano.
Quando una cosa Ti interessa in modo particolare, fino ad essere una passione sviscerata, il Tuo motore si accende ancora di più.
Oggi, finalmente, il Diritto dello Sport è stato riconosciuto come materia specialistica dal Regolamento delle Specializzazioni. Per me è una grande conquista di sistema e dell’intero settore del Diritto e della Giustizia nello Sport.
Faccio attività in questo settore da sempre, da tempi in cui non si sapeva neanche cosa fosse il Diritto dello Sport e veniva “vituperato” come materia di Serie B.
Oggi lavoro per Federazioni sportive, per Società professionistiche e per atleti e per tecnici professionisti.
Sono titolare di Insegnamento di “Diritto dello Sport” alla LUISS dal 2008 (materia che, negli ultimi anni, è diventato l’esame con il numero di iscritti più alto, quasi 200).
Ho scritto monografie (“L’ordinamento giuridico del giuoco calcio” nel 2004 e 2011; “Diritto dello Sport” nel 2017, con la Collega Lina Musumarra; “Gli agenti Sportivi” nel 2022, con il Collega Riccardo Finili) e tanti articoli sui temi più attuali e più rilevanti.
Ho cominciato nel 1994: mi sono “inventato” una tesi a quel tempo “improbabile” (più che pionieristica) in Diritto Amministrativo: “Giurisdizione amministrativa e ordinamento sportivo”.
Il primo caso professionale che ho trattato (nel 1997) è stata una squalifica di due giornate – emanata nei confronti di un “ragazzino” di 21 anni (successivamente diventato Campione del Mondo e un simbolo unico di attaccamento alla maglia) – poi ridotta ad una giornata in accoglimento del mio ricorso: una soddisfazione immensa, una “prima volta” speciale.